1945 SONO INCINTA

Il libro ricostruisce il complesso rapporto tra Nerina Uršič, deportata a Ravensbrück in stato di gravidanza, e la figlia Sonia, nata a Trieste due mesi dopo il ritorno della madre.

Nerina riuscì a portare a termine la gravidanza, nonostante le terribili condizioni del lager e il lungo tragitto per tornare a casa. Ma il rapporto tra madre e figlia fu spesso conflittuale, per l’impossibilità di Nerina di accudire la figlia e di starle vicina: l’ambivalenza provata nei confronti della difficile gravidanza segnò anche i rapporti successivi di entrambe le donne.

Il volume tratta il tema del trauma della deportazione che si trasmette alle generazioni successive: la guerra non finisce con la cessazione dei combattimenti e i trattati di pace, ma dura più a lungo nell’anima e nei comportamenti dei deportati, segnando in modo indelebile le generazioni successive. Solo il racconto e l’elaborazione dei fatti aiuta a metabolizzare la tragedia subita.

Anna Di Gianantonio, (Gorizia, 1954), ricercatrice e attuale vicepresidente dell’Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell’Età contemporanea nel Friuli Venezia Giulia, si occupa da anni di storia politica e sociale, analizzando in particolare le condizioni di vita e le mentalità dei ceti popolari, attraverso la raccolta delle storie di vita di uomini e donne. Tra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo, con M. Rossi, Le triestine donne volitive. Presenza e cultura delle donne a Trieste tra Ottocento e Novecento, Irsml FVG, 2006.

Gianni Peteani, (Trieste, 1959), promotore culturale nell’ambito della Memoria, ha ideato e promosso la prima Laurea Honoris causa a un Ex Deportata/o conferita in Italia a Liliana Segre nel 2008. Ha pubblicato assieme ad Anna Di Gianantonio, È bello vivere liberi. Ondina Peteani. Una vita tra lotta partigiana, deportazione ed impegno sociale, Irsml FVG, 2007.