L'ULTIMA ESTATE
Salvatore Errante Parrino
Sul finire dell’estate del 1980, il professor Vittorio Nardi, giovane insegnante veneziano, prende servizio a San Michele al Tagliamento. Al di là del fiume, il Friuli lo attrae e a Palazzolo dello Stella incontrerà Anna.
Tra timidezze e desideri inespressi, nasce tra i due una palpitante storia d’amore che si consumerà in una pacata quotidianità sino a quando il protagonista scoprirà un oscuro fatto di cronaca nera che lo coinvolgerà totalmente: Anna aveva una sorella maggiore scomparsa in circostanze poco chiare cadendo in quel dirupo che dall’antico cimitero della pieve di Castoia precipita sul greto del Tagliamento. Vittorio la cerca tra le vecchie cronache dei giornali, trova il manoscritto delle sue inquietanti poesie, arriva ad avvertirla come un doppio di Anna, una sua rivale in amore.
Come nel romanzo La traccia dell’acqua, Errante Parrino arricchisce la narrazione con le suggestioni del passato così che nella moderna storia d’amore irrompe inaspettato l’eco delle antiche ritualità del Friuli.
Salvatore Errante Parrino, veneziano, una laurea in lettere con una tesi sui testi delle canzoni italiane del primo novecento, una densa esperienza con il teatro dell’università di Ca’ Foscari come autore di testi e come interprete: siamo agli inizi degli anni settanta quando un allora giovane Corrado Augias lo recensiva nelle pagine dell’Espresso. A quella esperienza teatrale è legata la sua amicizia con Paolo Poli che lo apprezza anche come pittore. Negli anni ottanta acquista un rustico a Santa Marizza dividendo la sua vita tra Venezia e il Friuli. Si lega in amicizia con gli scrittori Elio Bartolini e Sergio Maldini, suoi vicini di casa. Quest’ultimo si ispirerà a lui nel creare il personaggio di Stefano Gregotti, antiquario veneziano “sempre molto gentile, aereo e chimerico”; ma a fargli comprendere l’animo del Friuli sarà soprattutto Franco Marchetta che nel suo Gilez lo cita come unico valido interprete dei colori e delle atmosfere delle campagna friulana. Ha collaborato con le pagine culturali del “Gazzettino” e del “Messaggero Veneto”.