L’IMPOSSIBILE MISSIONE DI ROMANELLI
Un ufficiale italiano nell’Ungheria della Rivoluzione
Viviana Stacco
ISBN
88-7541-194-8
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Quando il 4 novembre 1918 a Padova fu stipulato l’armistizio di Villa Giusti non era passata per la mente degli italiani che l’impero austro-ungarico sarebbe stato distrutto dalle rivoluzioni nazionali e dalle rivoluzioni sociali.
Il Regio Esercito affidò a un tenente colonnello d’artiglieria che conosceva perfettamente il tedesco il compito di far applicare i termini dell’armistizio al governo rivoluzionario ungherese di Béla Kun che aveva appena espulso le delegazioni degli eserciti alleati.
L’opera di Guido Romanelli in Ungheria durante il periodo rivoluzionario e l’occupazione militare rumena è entrata nella leggenda.
Oltre che salvare migliaia di italiani d’Ungheria ex sudditi austriaci, salvò anche migliaia di ungheresi dalle esecuzioni sommarie, con sapienti e accorte azioni legali e illegali, palesi e occulte, melliflue e d’autorità, dimostrando un’umanità che in un epoca di rivoluzioni e controrivoluzioni rappresentò per molti ungheresi il solo conforto e l’unica possibilità di salvezza. È considerato eroe nazionale ungherese.
Guido Romanelli (Siena 1876-Crauglio 1973), di antica famiglia romana – Romanelli-Tuccimei –, combattente in Eritrea, tenente colonnello durante la grande guerra, fu nominato dal generale Roberto Segre capo della delegazione militare italiana a Budapest per l’applicazione dell’armistizio; fu poi console a Barcellona e nel 1937 ministro plenipotenziario per l’Ungheria. Visse a lungo in Friuli nella villa di Crauglio della moglie Bianca di Colloredo Mels.
cm. 17x24; pp.272; illustrato rilegato
Autore | Viviana Stacco |
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Sottotitolo | Un ufficiale italiano nell’Ungheria della Rivoluzione |
Altre info | Prefazione di Giorgio Petracchi |
ISBN | 88-7541-194-8 |
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